
I. Introduzione: Un Simbolo Globale dalle Radici Partenopee
La pizza napoletana trascende la semplice definizione di cibo; è un’icona culturale, un simbolo dell’identità italiana riconosciuto e amato in tutto il mondo. Nata dalle umili origini nei vicoli di Napoli, ha intrapreso un viaggio straordinario, evolvendosi da semplice focaccia a piatto celebrato, protetto da disciplinari rigorosi e persino riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità dall’UNESCO. Questo report si addentra nella complessa storia della pizza napoletana, esplorando le sue leggende, le tecniche tradizionali e le innovazioni contemporanee. Analizzeremo i fattori scientifici e sensoriali che ne determinano l’irresistibile bontà, i motivi dietro le sue variazioni di costo e identificheremo le eccellenze della pizzeria nella sua regione d’origine, la Campania. Infine, valuteremo il suo profilo nutrizionale e il suo posto all’interno di uno stile di vita equilibrato, offrendo una visione completa di questo capolavoro gastronomico.
II. Radici Profonde e Leggende Intramontabili: La Storia della Pizza Napoletana
Le origini della pizza affondano in tempi antichi, ben prima che assumesse la forma che conosciamo oggi. Il concetto di focaccia condita era diffuso nel Mediterraneo: i Greci preparavano il plakuntos, un pane piatto arricchito con erbe e olio, mentre i Romani gustavano la picea, cotta su pietra. A Napoli, forme arcaiche di pane schiacciato, talvolta condite con aglio, strutto o erbe aromatiche, rappresentavano un alimento essenziale per le classi popolari.
Il punto di svolta cruciale fu l’introduzione del pomodoro nel Regno di Napoli, avvenuta intorno alla metà del Settecento. Inizialmente accolto con diffidenza, questo frutto del Nuovo Mondo fu sperimentato dagli ingegnosi pizzaioli napoletani sulle loro focacce, dando vita a una combinazione che conquistò rapidamente il popolo. Già nel 1858, Francesco De Bourcard descriveva pizze condite con pomodoro, pesce minuto o sottili fette di mozzarella, testimoniando la presenza degli ingredienti chiave ben prima della data convenzionalmente associata alla nascita della Margherita. Pizze come la Marinara (con pomodoro, aglio, origano e olio, dedicata ai pescatori) e combinazioni simili a quella che diventerà la Margherita esistevano già, consumate per strada, piegate “a libretto” o “a portafoglio”. Le prime pizzerie intese come locali con posti a sedere sorsero a Napoli nell’Ottocento, come Port’Alba (attiva dal 1830) e Mattozzi (originariamente “Le stanze di Piazza Carità”, 1833).
La leggenda più celebre, tuttavia, lega la nascita della Pizza Margherita alla visita della Regina Margherita di Savoia a Napoli nel giugno 1889. Si narra che il pizzaiolo Raffaele Esposito della Pizzeria Brandi (allora “Pietro… e basta così”) creò tre pizze per la sovrana, tra cui una condita con pomodoro, mozzarella e basilico per onorare i colori della bandiera italiana. La regina avrebbe particolarmente gradito quest’ultima, che da allora prese il suo nome. A supporto di questa narrazione esiste una lettera di ringraziamento, datata 11 giugno 1889 e firmata da Galli Camillo, Capo dei Servizi di Tavola della Real Casa, conservata presso la Pizzeria Brandi.
Tuttavia, ricerche storiche più recenti hanno sollevato dubbi sull’autenticità di questa leggenda e del documento stesso. Lo storico Zachary Nowak ha evidenziato incongruenze nel timbro reale, nella calligrafia e nell’assenza di registrazione della lettera negli archivi di corte. Inoltre, come già menzionato, combinazioni di pomodoro, mozzarella e basilico erano già descritte decenni prima. Alcune fonti suggeriscono che il nome “Margherita” potesse derivare dalla disposizione a fiore delle fette di mozzarella sulla pizza o da una precedente versione di pizza con un uovo al centro.
Indipendentemente dalla veridicità storica dei dettagli, la storia della Regina Margherita e di Raffaele Esposito si è rivelata uno straordinario strumento di marketing ante litteram. Ha contribuito a consacrare quella specifica combinazione di ingredienti come la pizza per eccellenza, legandola indissolubilmente all’identità italiana, specialmente con la diffusione globale portata dall’emigrazione italiana verso le Americhe e, successivamente, dal ritorno dei soldati americani dopo la Seconda Guerra Mondiale. La leggenda, vera o meno, ha cristallizzato l’immagine della Margherita, facilitandone il riconoscimento e la popolarità mondiale.

III. L’Arte della Tradizione: Il Disciplinare della Vera Pizza Napoletana (STG e AVPN)
Per preservare l’autenticità e l’unicità della pizza napoletana di fronte alla sua crescente popolarità e alle inevitabili imitazioni, sono stati istituiti dei disciplinari rigorosi. Il più noto è quello dell’Associazione Verace Pizza Napoletana (AVPN), fondata nel 1984 da maestri pizzaioli con l’obiettivo di codificare le regole tramandate oralmente per generazioni. Successivamente, l’Unione Europea ha riconosciuto la “Pizza Napoletana” come Specialità Tradizionale Garantita (STG), dotandola di un disciplinare ufficiale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. Sebbene possano esistere lievi differenze tra le versioni (ad esempio, l’AVPN 2024 ammette deroghe per forni non a legna e lievito madre, mentre l’STG è più restrittivo su alcuni punti ), entrambi i disciplinari definiscono i pilastri fondamentali della tradizione.
A. Ingredienti Selezionati: La base è semplice ma la qualità è imprescindibile.
- Farina: Esclusivamente di grano tenero tipo “00” o “0”, con specifiche caratteristiche di forza (W tra 220-380 per STG, 250-400 per AVPN 2024), contenuto proteico (11-12.5% STG, 11.5-13.5% AVPN 2024) ed elasticità, adatte a sopportare la lievitazione e a conferire la giusta consistenza. L’AVPN 2024 consente anche l’uso limitato di farina tipo 1.
- Acqua: Naturale potabile, con caratteristiche specifiche di durezza e pH (pH 6-7 AVPN 2024).
- Sale: Marino.
- Lievito: Lievito di birra fresco (Saccharomyces cerevisiae) in quantità minime. L’AVPN ammette anche lievito secco (in proporzione 1:3 col fresco) e lievito madre naturale. L’STG menziona specificamente il lievito di birra.
- Condimenti (Margherita e Marinara come archetipi):
- Pomodoro: Pomodori pelati (preferibilmente San Marzano dell’Agro Sarnese-Nocerino DOP o pomodoro lungo tipo Roma) frantumati a mano, o pomodorini freschi (come Piennolo del Vesuvio DOP, Corbarino, Datterino). Il pomodoro deve mantenere una certa consistenza e un equilibrio tra acidità e dolcezza.
- Formaggio (per Margherita): Mozzarella di Bufala Campana DOP o Mozzarella STG/Fior di latte (preferibilmente dell’Appennino Meridionale o comunque conforme ai parametri AVPN).
- Olio: Esclusivamente Olio Extra Vergine di Oliva.
- Altri: Aglio e Origano (per Marinara), Basilico fresco (per Margherita).
B. Il Processo di Lavorazione: Il metodo è codificato per garantire il risultato finale.
- Impasto: Si utilizza il metodo diretto, mescolando acqua, sale, lievito e farina (partendo dall’acqua) senza aggiunta di grassi (come strutto o olio) o zuccheri nell’impasto stesso. L’impasto viene lavorato (a mano o con impastatrici specifiche) fino a raggiungere il “punto di pasta”, risultando morbido, elastico e non appiccicoso.
- Lievitazione e Maturazione: Il processo avviene in due fasi. Una prima fase di riposo della massa intera (“puntata”) seguita dallo “staglio” (formatura manuale dei panetti, tipicamente tra 200g e 280g , anche se l’STG specifica 180-250g ). Segue una seconda fase di lievitazione/maturazione dei panetti (“appretto”) in cassette per alimenti, per una durata complessiva (dall’impasto) che varia dalle 8 alle 24 ore (o più secondo l’AVPN 2024, min 12 – max 24 ore per la seconda fase ), a temperatura controllata (idealmente 18-25°C). Questa lunga fermentazione è cruciale per sviluppare sapore e garantire la digeribilità.
- Stesura: Rigorosamente a mano, con un movimento dal centro verso l’esterno (“schiaffo”), spingendo l’aria verso il bordo per formare il cornicione. È vietato l’uso del mattarello o di presse meccaniche. Il centro deve rimanere sottile (circa 0.25-0.4 cm).
- Farcitura: Gli ingredienti vengono distribuiti sulla base: pomodoro sparso con movimento a spirale, mozzarella (o fior di latte) distribuita uniformemente, basilico fresco, e un giro d’olio extra vergine d’oliva aggiunto con movimento a spirale (il “numero sei” della tradizione).
- Cottura: Esclusivamente in forno a legna (con deroghe possibili per AVPN in casi specifici e con forni certificati ) che deve raggiungere temperature molto elevate: circa 430-485°C tra platea (piano cottura) e volta. La cottura è rapidissima: 60-90 secondi. La legna utilizzata deve essere di essenze non resinose come faggio, quercia o frassino, per non alterare l’aroma.
C. Caratteristiche Finali: Il risultato di questo processo meticoloso è una pizza inconfondibile:
- Aspetto: Tondeggiante, diametro non superiore a 35 cm. Presenta un bordo rialzato, il “cornicione”, alto 1-2 cm, gonfio, dorato e alveolato, con possibili leggere macchie di bruciatura (“maculatura” o “leopardatura”) ma non carbonizzato. La parte centrale è sottile, coperta dalla farcitura dove spiccano i colori degli ingredienti.
- Consistenza: Morbida, elastica, facilmente piegabile “a libretto” o “a portafoglio” senza spezzarsi.
- Sapore e Aroma: Gusto caratteristico derivante dal pane ben cotto del cornicione, mescolato al sapore acidulo del pomodoro, alla sapidità della mozzarella e agli aromi del basilico, dell’origano/aglio (nella Marinara) e dell’olio extra vergine d’oliva. La cottura a legna conferisce un leggero e distintivo aroma affumicato.
L’esistenza di questi disciplinari, pur potendo apparire rigida, ha svolto un ruolo fondamentale nel definire uno standard di qualità riconosciuto a livello internazionale, proteggendo un patrimonio gastronomico e garantendo al consumatore un’esperienza autentica. Ha permesso di distinguere la vera pizza napoletana dalle sue innumerevoli varianti globali, preservandone l’identità unica.
IV. Oltre la Tradizione: La Pizza Napoletana Contemporanea
Pur rimanendo fedele ai principi cardine della tradizione, il mondo della pizza napoletana non è rimasto statico. Negli ultimi anni, una nuova ondata di pizzaioli, spesso definiti “contemporanei”, ha iniziato a sperimentare, spingendo i confini della tecnica e del gusto, pur mantenendo un profondo rispetto per le radici napoletane. Questa evoluzione non cerca di sostituire la pizza tradizionale, ma piuttosto di esplorarne nuove potenzialità, concentrandosi in particolare sulla struttura dell’impasto, sulla digeribilità e sulla valorizzazione di ingredienti di alta qualità.
A. Tecniche di Impasto Innovative: Il cuore della pizza contemporanea risiede spesso in impasti più complessi e tecniche di fermentazione avanzate:
- Alta Idratazione: Mentre la pizza tradizionale ha già un’idratazione relativamente alta, lo stile contemporaneo spinge questo valore ulteriormente, spesso raggiungendo percentuali tra il 65% e l’80% (acqua rispetto alla farina). Questo porta a impasti molto più morbidi ed estensibili, che in cottura sviluppano una struttura interna estremamente leggera e alveolata, specialmente nel cornicione.
- Lunga Lievitazione/Maturazione: I tempi di fermentazione vengono spesso prolungati ben oltre le 24 ore canoniche, arrivando a 48, 72 o persino 100 ore, spesso sfruttando il controllo della temperatura del frigorifero. Questa maturazione prolungata mira a scomporre ulteriormente le strutture complesse della farina (amidi e glutine), migliorando la digeribilità della pizza e sviluppando profili aromatici più complessi.
- Pre-fermenti e Lievito Madre: L’uso di pre-fermenti come la biga (un impasto asciutto di acqua, farina e lievito fatto maturare a lungo) o il poolish (un pre-impasto liquido) è comune. Questi metodi, insieme all’uso più diffuso del lievito madre (talvolta in combinazione con lievito di birra), contribuiscono a sviluppare maggiore complessità aromatica e una diversa struttura della mollica. L’autolisi, una tecnica che prevede un riposo di acqua e farina prima dell’aggiunta del lievito, viene talvolta impiegata per migliorare l’estensibilità e la struttura del glutine.
- Farine Alternative e Miscele: Si sperimenta con farine meno raffinate (tipo 1, tipo 2, integrali) o miscele che includono altri cereali, per ottenere sapori più rustici, profili nutrizionali diversi e texture particolari. La scelta ricade spesso su farine “tecniche” con forza medio-alta (W 280-350) capaci di sostenere le alte idratazioni e le lunghe maturazioni.
B. Il Fenomeno “Canotto”: Una delle manifestazioni più evidenti della pizza contemporanea è lo stile “Canotto”. Caratterizzato da un cornicione estremamente pronunciato, gonfio e leggerissimo (“pieno d’aria”), quasi come un gommone (da cui il nome), è il risultato diretto delle tecniche di alta idratazione e lunga lievitazione. Sebbene spesso associato alla provincia di Caserta, dove ha guadagnato grande popolarità, le sue origini sono dibattute. I puristi della tradizione talvolta non lo considerano “vera” pizza napoletana, ma i suoi fautori lo definiscono “pizza napoletana contemporanea”. La sua distintiva alveolatura interna è così apprezzata che spesso viene tagliata con le forbici anziché con il coltello, per non schiacciare la struttura.
C. Topping Creativi e Stagionalità: Oltre all’impasto, la pizza contemporanea si distingue per un approccio più gastronomico ai condimenti. Pur mantenendo un forte legame con i prodotti del territorio e l’eccellenza delle materie prime (come pomodori specifici, latticini di alta qualità ), c’è una maggiore libertà nell’esplorare abbinamenti inediti e creativi, spesso ispirati alla stagionalità degli ingredienti. I menù diventano più dinamici, cambiando con le stagioni e offrendo vere e proprie “pizze degustazione” che valorizzano un ingrediente principale o un concetto culinario.
Questa evoluzione dimostra la vitalità della tradizione pizzaiola napoletana, capace di rinnovarsi e dialogare con le tendenze gastronomiche moderne senza snaturare la propria essenza. La pizza contemporanea non è in opposizione a quella tradizionale, ma ne rappresenta un’espressione parallela, focalizzata su aspetti come la leggerezza, la digeribilità e la complessità aromatica, rispondendo alle esigenze di un pubblico sempre più attento e curioso.
V. La Scienza dietro il Piacere: Perché la Pizza Napoletana è Così Buona?
L’irresistibile attrattiva della pizza napoletana non è solo frutto di tradizione e abilità artigianale, ma anche di precisi fenomeni chimici e fisici che avvengono durante la sua preparazione e, soprattutto, nella rapidissima cottura nel forno a legna. Comprendere questi processi aiuta a spiegare la sua unica combinazione di sapore, aroma e consistenza.
A. La Magia della Cottura ad Alta Temperatura: Il forno a legna, raggiungendo temperature vicine ai 500°C, è il catalizzatore di trasformazioni cruciali.
- Shock Termico e Sviluppo del Cornicione: L’introduzione dell’impasto nel forno rovente provoca uno shock termico. L’acqua contenuta nell’impasto vaporizza rapidamente, generando una spinta interna che gonfia spettacolarmente il cornicione, creando la sua caratteristica struttura alveolata e leggera. Questo fenomeno è difficile da replicare nei forni domestici, che raggiungono temperature molto inferiori.
- Reazione di Maillard: Alle alte temperature della superficie (oltre i 140°C), gli zuccheri residui nell’impasto reagiscono con gli amminoacidi (componenti delle proteine). Questa complessa serie di reazioni, nota come Reazione di Maillard, è responsabile della doratura della crosta e della creazione di centinaia di nuovi composti aromatici e di sapore, che conferiscono note tostate, di nocciola e di “cotto”. È la stessa reazione che imbrunisce il pane tostato o la carne alla griglia.
- Caramellizzazione: Gli zuccheri presenti, se esposti a calore sufficientemente intenso, subiscono anche la caramellizzazione, un processo distinto dalla Maillard che contribuisce ulteriormente al colore bruno e a note dolci-amare.
- Gelatinizzazione dell’Amido e Coagulazione del Glutine: All’interno dell’impasto, dove la temperatura non supera i 100°C, l’amido assorbe acqua e “gelatinizza”, passando da una struttura cristallina a una disordinata e digeribile, formando la mollica. Contemporaneamente, intorno ai 70°C, le proteine del glutine “coagulano”, fissando la struttura della pizza e determinando la fine del suo sviluppo in volume.
- Cottura Rapida e Consistenza: La cottura fulminea (60-90 secondi) permette di cuocere perfettamente l’impasto sottile e sigillare la superficie, mantenendo l’interno morbido e umido e preservando la freschezza dei condimenti. Il risultato è un contrasto di consistenze unico: la leggera croccantezza esterna del cornicione e della base (“maculatura” ), la morbidezza interna della mollica alveolata, e la succosità del condimento.
B. Il Ruolo degli Ingredienti e della Fermentazione:
- Umami: Il gusto “sapido” o “saporito” conosciuto come umami gioca un ruolo chiave. È naturalmente abbondante nei pomodori maturi (specialmente cotti) e nei formaggi stagionati (come il parmigiano, talvolta usato) e presente anche nella mozzarella. Il glutammato, l’amminoacido responsabile dell’umami, stimola specifici recettori del gusto, inviando segnali di piacere al cervello e contribuendo alla sensazione di soddisfazione.
- Aromi Complessi: Oltre alla Maillard, gli aromi derivano da:
- Fermentazione: Il processo di lievitazione e maturazione produce composti volatili (come alcoli ed esteri) che contribuiscono al profumo di “pane fresco” dell’impasto.
- Ingredienti: Il pomodoro apporta note fresche e acidule, l’aglio (nella Marinara) il suo aroma pungente, il basilico fresco note erbacee e quasi mentolate, l’origano un profumo più secco e intenso. L’olio extra vergine d’oliva aggiunge note fruttate e talvolta piccanti.
- Forno a Legna: La combustione del legno (faggio, quercia) rilascia composti aromatici (fenoli, guaiacolo) che vengono parzialmente assorbiti dalla pizza, conferendo quel caratteristico e apprezzato sentore affumicato, non replicabile con altri metodi di cottura.
- Consistenza della Mozzarella: La particolare capacità della mozzarella (specialmente quella di bufala o un buon fior di latte) di fondere, filare e formare bolle dorate senza separare grasso eccessivo è dovuta al suo specifico contenuto di umidità, grassi e alla struttura proteica (caseina). La sua morbidezza contrasta piacevolmente con la base più strutturata.
- Digeribilità: Una corretta e lunga maturazione dell’impasto, come previsto dai disciplinari e ancor più nelle versioni contemporanee, permette agli enzimi di pre-digerire amidi e proteine complesse, rendendo la pizza finale più leggera e facilmente assimilabile.
In sintesi, la bontà della pizza napoletana è un’alchimia complessa dove la fisica della trasmissione del calore nel forno a legna si sposa con la chimica delle reazioni di Maillard e della caramellizzazione, la biologia della fermentazione e la qualità intrinseca di ingredienti semplici ma scelti con cura. È l’armonia tra questi elementi, orchestrata dall’abilità del pizzaiolo, a creare un’esperienza sensoriale così universalmente apprezzata.
VI. Analisi dei Costi: Perché la Pizza Napoletana Può Essere Costosa?
Sebbene la pizza nasca come cibo popolare ed economico , oggi i prezzi possono variare notevolmente, e una pizza napoletana di alta qualità può avere un costo significativo. Diversi fattori contribuiscono a questa variabilità e al prezzo finale per il consumatore.
A. Qualità e Sourcing degli Ingredienti: Questo è uno dei fattori più determinanti. L’utilizzo di materie prime di eccellenza, come richiesto dai disciplinari e ricercato dalle pizzerie di alto livello, ha un costo intrinseco.
- Pomodori: Pomodori San Marzano DOP, Pomodorino del Piennolo del Vesuvio DOP o altri pomodori di varietà specifiche e origine controllata hanno prezzi superiori rispetto a pelati generici.
- Mozzarella: Mozzarella di Bufala Campana DOP o Fior di Latte di alta qualità (es. di Agerola) rappresentano una voce di costo importante, significativamente più alta rispetto a preparati industriali o formaggi a pasta filata generici.
- Olio: L’uso esclusivo di Olio Extra Vergine di Oliva di qualità, magari di specifiche cultivar o provenienze, incide sul costo finale.
- Farina: Farine selezionate con specifiche caratteristiche tecniche e reologiche, talvolta biologiche o da grani antichi, possono avere costi maggiori rispetto a farine standard.
- Altri Ingredienti: Anche per le altre farciture (salumi, verdure, formaggi stagionati), la scelta di prodotti artigianali, DOP/IGP o presidi Slow Food comporta un aumento del food cost. Il costo base delle materie prime per una Margherita di qualità può già superare 1 euro solo per gli ingredienti principali.
B. Certificazioni e Standard: L’adesione a disciplinari come STG o AVPN comporta il rispetto di regole produttive precise e l’utilizzo di ingredienti specifici, che possono aumentare i costi operativi. Ottenere e mantenere queste certificazioni può avere un costo associato.
C. Costi Operativi e Manodopera:
- Lavoro Qualificato: La preparazione della vera pizza napoletana richiede abilità artigianali specifiche (stesura a mano, gestione del forno a legna). Pizzaioli esperti e formati rappresentano un costo del lavoro significativo.
- Forno a Legna: L’acquisto, l’installazione e la manutenzione di un forno a legna tradizionale rappresentano un investimento iniziale e costi operativi (legna da ardere di qualità, pulizia) superiori rispetto a forni elettrici o a gas.
- Tempi di Lavorazione: Le lunghe ore di lievitazione e maturazione richieste implicano una pianificazione e gestione del lavoro che incidono sui costi indiretti.
- Costi Fissi: Affitto dei locali (specialmente in zone centrali o turistiche), utenze (energia, acqua), ammortamento delle attrezzature (impastatrici, banchi frigo, pale, stoviglie), tasse e costi di gestione generale contribuiscono in modo sostanziale al prezzo finale.
D. Location e Mercato:
- Posizione Geografica: I prezzi tendono ad essere più alti nelle grandi città, nelle zone turistiche o in paesi con un costo della vita più elevato rispetto a Napoli o aree meno centrali della Campania. Una Margherita a Napoli può costare dai 5 ai 12 euro in pizzerie rinomate , mentre all’estero (es. Londra, USA) prezzi di 15-20 euro/dollari o più per una pizza simile non sono rari.
- Inflazione e Costi Energetici: Aumenti generalizzati dei costi delle materie prime (come l’olio d’oliva ), dell’energia e l’inflazione generale si riflettono inevitabilmente sui prezzi al consumo.
- Posizionamento del Locale: Pizzerie “gourmet” o locali con un servizio più curato, una carta dei vini/birre più ampia, o un brand affermato (es. Crazy Pizza di Briatore , pizzerie stellate o premiate) possono giustificare prezzi più alti basati sull’esperienza complessiva offerta, oltre che sulla qualità del prodotto.
E. Margini di Guadagno: Nonostante i costi, la pizza rimane un prodotto con margini di guadagno potenzialmente elevati, grazie a un food cost relativamente contenuto rispetto ad altri piatti della ristorazione, specialmente per le versioni più semplici. Tuttavia, la competizione e i costi operativi crescenti possono erodere questi margini.
In conclusione, il prezzo di una pizza napoletana è il risultato di un complesso equilibrio tra la qualità intrinseca degli ingredienti, i costi di produzione artigianale, le spese operative, il contesto di mercato e il posizionamento del locale. Una pizza “economica” potrebbe implicare compromessi sulla qualità delle materie prime o sui metodi di lavorazione, mentre un prezzo più elevato spesso riflette l’uso di ingredienti superiori, manodopera specializzata, costi operativi maggiori e l’esperienza complessiva offerta al cliente.
VII. Eccellenze Campane: Le Migliori Pizzerie della Regione
La Campania, e Napoli in particolare, è l’epicentro mondiale della pizza napoletana. Identificare le “migliori” pizzerie è un compito arduo data l’altissima concentrazione di locali eccellenti, ma guide autorevoli come Gambero Rosso (con i suoi “Tre Spicchi”), 50 Top Pizza e la Guida Michelin forniscono preziose indicazioni. L’analisi di queste guide rivela un panorama vibrante che va oltre i confini della città di Napoli, con eccellenze diffuse in tutta la regione, in particolare nelle province di Caserta e Salerno.
A. Napoli Città: Il Cuore Storico e Innovativo Napoli vanta una densità impareggiabile di pizzerie storiche e locali innovativi che hanno raggiunto fama internazionale.
- Icone Storiche: Locali come Da Michele (famosa per servire solo Margherita e Marinara “a ruota di carro” ), Starita a Materdei (oltre un secolo di storia, apparsa anche nel film “L’Oro di Napoli” ), Brandi (legata alla leggenda della Margherita ), Di Matteo (celebre anche per la pizza fritta ), Sorbillo (simbolo dei Tribunali, con numerose sedi ), Da Attilio alla Pignasecca (rinomata per la qualità costante e le pizze a forma di stella ) e Antica Pizzeria Port’Alba (considerata una delle più antiche al mondo ) rappresentano la tradizione più pura.
- Maestri Contemporanei e Tradizionali di Alto Livello: Accanto alle istituzioni storiche, brillano nomi che hanno saputo elevare ulteriormente la qualità o innovare con maestria:
- 10 Diego Vitagliano: Pluripremiato a livello mondiale (1° posto 50 Top Pizza Italia & World ex aequo 2024 ), con sedi a Napoli e Pozzuoli, noto per impasti leggeri e topping ricercati.
- 50 Kalò (Ciro Salvo): Un riferimento per l’impasto ad alta idratazione e la qualità degli ingredienti, premiato con Tre Spicchi Gambero Rosso e ai vertici di 50 Top Pizza.
- La Notizia (Enzo Coccia): Maestro indiscusso, pioniere dello studio scientifico applicato alla pizza, con due sedi (La Notizia 53 e La Notizia 94) entrambe insignite dei Tre Spicchi e alte posizioni in 50 Top Pizza, menzionate anche da Michelin.
- Francesco & Salvatore Salvo: Altra eccellenza familiare (fratelli di Ciro di 50 Kalò), con locali premiati (Tre Spicchi, 50 Top Pizza) a Napoli e San Giorgio a Cremano.
- Oliva da Concettina ai Tre Santi (Ciro Oliva): Nel cuore della Sanità, unisce tradizione familiare a percorsi degustazione innovativi, riconosciuto da Gambero Rosso, 50 Top Pizza e Michelin.
- Altri Nomi Rilevanti: Palazzo Petrucci Pizzeria , Bro. Ciro e Antonio Tutino , Carmnella , 3.0 Ciro Cascella , I Vesuviani (presenti anche in provincia) , Pizzeria Salvo (San Giorgio a Cremano).
B. Caserta e Provincia: L’Epicentro dello Stile Contemporaneo La provincia di Caserta è emersa come un polo di eccellenza, in particolare per lo stile contemporaneo e “canotto”.
- I Masanielli (Francesco Martucci): Considerata una delle migliori pizzerie al mondo, costantemente al vertice delle classifiche (1° posto 50 Top Pizza Italia & World ex aequo 2024 , Tre Spicchi Gambero Rosso ). Nota per la sua ricerca su impasti e cotture (anche a tre temperature) e topping creativi.
- Pepe in Grani (Franco Pepe): Situata a Caiazzo, è un’altra icona mondiale. Franco Pepe è celebre per il suo approccio territoriale, l’uso di grani locali, impasti unici e pizze signature come la “Margherita Sbagliata”.
- I Masanielli (Sasà Martucci): Distinta da quella di Francesco, questa pizzeria è anch’essa ai massimi livelli (Tre Spicchi, 50 Top Pizza ), apprezzata per la qualità e l’attenzione alla sostenibilità (Forno Verde 50 Top Pizza ).
- Cambia-Menti di Ciccio Vitiello: Altro nome di spicco per la pizza contemporanea, con alti punteggi nelle guide.
- Pizzeria Da Lioniello (Salvatore Lioniello): Nota per lo stile “diversamente napoletano” e il cornicione pronunciato, con sedi a Succivo e Milano, premiata da Gambero Rosso e 50 Top Pizza.
- Altri Indirizzi Notabili: La Contrada (Aversa) , Carlo Sammarco Pizzeria 2.0 (Aversa) , La Bolla (Caserta).
C. Salerno e Provincia: Tradizione e Territorio Cilentano Anche la provincia di Salerno offre numerose eccellenze, con un forte legame al territorio, specialmente nel Cilento.
- Le Grotticelle (Caggiano): Costantemente ai vertici regionali e nazionali (Tre Spicchi, 50 Top Pizza ), riconosciuta per la qualità e l’uso di prodotti locali.
- Màdia (Salerno): Pizzeria molto apprezzata e ben classificata nelle guide.
- I Borboni Pizzeria (Pontecagnano Faiano): Un indirizzo affidabile e ben recensito.
- Eccellenze Cilentane: La guida Gambero Rosso 2024 e 50 Top Pizza segnalano diverse pizzerie di rilievo nel Cilento, tra cui DieciNoni (Agropoli), La Ruota (Perdifumo), Baita al Cotruzzo (Roccadaspide, vincitrice del premio Pizza dell’Anno Gambero Rosso 2024 per la sua “Marinara cotta Cilentana” ), BorgOtto – La pizza con i Grani Antichi (Capaccio Paestum), EVO54 (Vallo della Lucania), Il Ghiottone (Policastro Bussentino), Villa Trentova (Agropoli).
D. Altre Gemme Campane: L’eccellenza è diffusa: Le Parùle a Ercolano (Tre Spicchi, 50 Top Pizza ), I Vesuviani a Pomigliano d’Arco/Castello di Cisterna (Tre Spicchi ), Pizzeria Salvo a San Giorgio a Cremano (Tre Spicchi, 50 Top Pizza ) sono solo alcuni esempi.
Tabella: Pizzerie Selezionate di Alta Qualità in Campania
Pizzeria | Città/Provincia | Riconoscimenti Chiave (Esempi Recenti) | Stile Prevalente | Fonti Consultate (Esempi) |
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Napoli e Provincia | ||||
10 Diego Vitagliano Pizzeria | Napoli, Pozzuoli (NA) | 1° 50 Top Pizza Italia/World ’24 (ex aequo), Tre Spicchi GR ’23 | Contemporaneo | |
50 Kalò | Napoli (NA) | 4° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 (Stella 10 anni) | Tradizionale/Contemporaneo | |
La Notizia (53 & 94) | Napoli (NA) | 8° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 (Stella 10 anni), Michelin | Tradizionale (Maestro) | |
Francesco & Salvatore Salvo | Napoli (NA) | 9° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 | Tradizionale/Contemporaneo | |
Oliva da Concettina ai Tre Santi | Napoli (NA) | 33° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23, Michelin | Tradizionale/Degustazione | |
Da Attilio alla Pignasecca | Napoli (NA) | Tre Spicchi GR ’23 (Stella 10 anni), Michelin | Tradizionale (Storica) | |
Starita | Napoli (NA) | Tre Spicchi GR ’23 (Stella 10 anni) | Tradizionale (Storica), Fritta | |
Sorbillo | Napoli (NA) | Tre Spicchi GR ’23 | Tradizionale (Storica) | |
Pizzeria Salvo | San Giorgio a Cremano (NA) | Tre Spicchi GR ’23 (Stella 10 anni), Michelin | Tradizionale/Contemporaneo | |
Le Parùle | Ercolano (NA) | 27° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 | Tradizionale/Contemporaneo | |
I Vesuviani | Pomigliano/Castello (NA) | 21° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 | Tradizionale/Contemporaneo | |
Caserta e Provincia | ||||
I Masanielli – Francesco Martucci | Caserta (CE) | 1° 50 Top Pizza Italia/World ’24 (ex aequo), Tre Spicchi GR ’23 | Contemporaneo/Degustazione | |
Pepe in Grani | Caiazzo (CE) | 12° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 (Stella 10 anni) | Territoriale/Innovativo | |
I Masanielli – Sasà Martucci | Caserta (CE) | 6° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 | Contemporaneo/Sostenibile | |
Pizzeria Da Lioniello | Succivo (CE) | 10° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 | Contemporaneo (“Canotto”) | |
Cambia-Menti di Ciccio Vitiello | Caserta (CE) | 11° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 | Contemporaneo | |
La Contrada | Aversa (CE) | Tre Spicchi GR ’23 | Tradizionale/Contemporaneo | |
Salerno e Provincia | ||||
Le Grotticelle | Caggiano (SA) | 14° 50 Top Pizza Italia ’24, Tre Spicchi GR ’23 | Territoriale/Contemporaneo | |
Màdia | Salerno (SA) | Tre Spicchi GR ’23 | Tradizionale/Contemporaneo | |
Baita Al Cotruzzo | Roccadaspide (SA) | Premio Pizza dell’Anno GR ’24 (Marinara Cilentana) | Cilentana/Territoriale |
Nota: Le classifiche e i riconoscimenti possono variare annualmente. Questa tabella rappresenta una sintesi basata sulle fonti consultate (principalmente guide 2023/2024).
Questo quadro dimostra che, sebbene Napoli rimanga il fulcro storico, l’eccellenza della pizza campana è un fenomeno regionale diffuso. La provincia di Caserta si è affermata come un centro nevralgico per l’innovazione e lo stile contemporaneo, mentre Salerno e il Cilento valorizzano fortemente i prodotti del territorio. Questa diversità arricchisce ulteriormente il patrimonio della pizza napoletana, offrendo un ventaglio di esperienze di altissimo livello in tutta la Campania.
VIII. Pizza e Benessere: Considerazioni sulla Salute e Approfondimenti Nutrizionali
Oltre al suo indiscutibile appeal gastronomico, la pizza napoletana viene spesso discussa anche in relazione alla salute e alla nutrizione. Analizzarne il profilo nutrizionale e contestualizzarlo all’interno di un’alimentazione equilibrata permette di comprenderne meglio l’impatto sul benessere.
A. Profilo Nutrizionale: Decostruire la Fetta La composizione nutrizionale varia in base ai condimenti, ma prendendo come riferimento la classica Pizza Margherita STG, i dati analitici (come quelli forniti dal CREA ) offrono un quadro preciso.
- Macronutrienti: La pizza è principalmente una fonte di carboidrati complessi (amido) derivanti dalla farina dell’impasto, che costituiscono oltre il 50% del peso o circa 27g per 100g di prodotto. Seguono i lipidi (grassi), provenienti principalmente dalla mozzarella e dall’olio extra vergine d’oliva (circa 9g/100g) , e le proteine, fornite sia dalla farina che dalla mozzarella (circa 10-11g/100g).
- Apporto Calorico: È un alimento ad alta densità energetica. 100 grammi di Pizza Margherita STG apportano circa 235 kcal. Considerando una pizza intera (il cui peso può variare, ma l’analisi CREA considera una porzione di 462g), l’apporto calorico totale si aggira intorno alle 1080-1100 kcal. Stime generali per una Margherita si collocano tra 800 e 1200 kcal. Varianti come la Marinara sono meno caloriche (mancando la mozzarella), mentre pizze più ricche (es. Quattro Formaggi, Capricciosa) possono superare facilmente le 1500 kcal.
- Micronutrienti e Fibre: La pizza apporta anche fibra alimentare (circa 2.7g/100g ), principalmente dalla farina (specialmente se si usano farine meno raffinate ). È fonte di minerali come calcio e fosforo (dalla mozzarella ), selenio e zinco (dalla farina e formaggio ), e potassio (dal pomodoro). Contiene anche vitamine, tra cui quelle del gruppo B (dalla farina), vitamina A (retinolo dalla mozzarella), vitamina E (dall’olio) e antiossidanti come il licopene (dal pomodoro cotto) e beta-carotene.
- Sodio: Un aspetto critico è l’elevato contenuto di sodio, derivante dal sale nell’impasto e nel condimento, e dalla mozzarella. L’analisi STG riporta 664 mg di sodio per 100g, che equivalgono a oltre 3 grammi di sodio per una pizza intera da 462g , una quantità significativa rispetto alle dosi giornaliere raccomandate.
Tabella: Valori Nutrizionali Indicativi per Pizza Margherita STG (Fonte: CREA )
Nutriente | Unità di Misura | Valore per 100 g | Valore per Porzione (462 g) |
---|---|---|---|
Energia (kcal) | kcal | 235 | 1084 |
Energia (kJ) | kJ | 982 | 4537 |
Proteine (g) | g | 10.7 | 49.4 |
Lipidi (g) | g | 9.3 | 43.0 |
di cui Acidi Grassi Saturi | g (stimato) | ~4.8 | ~22.2 |
Carboidrati disponibili (g) | g | 27.4 | 126.6 |
di cui Zuccheri solubili | g | 0.9 | 4.2 |
Fibra totale (g) | g | 2.7 | 12.5 |
Sodio (mg) | mg | 664 | 3068 |
Calcio (mg) | mg | 163 | 753 |
Licopene (μg) | μg | 1801 | 8320.6 |
Nota: I valori possono variare in base a dimensioni, ingredienti specifici e metodi di preparazione.
B. Un Piatto Unico nella Dieta Mediterranea: Grazie alla sua composizione bilanciata in macronutrienti, la pizza napoletana è tradizionalmente considerata un “piatto unico”. Incarna molti principi della dieta mediterranea, utilizzando ingredienti cardine come cereali (farina), verdura (pomodoro), olio extra vergine d’oliva e latticini freschi (mozzarella), oltre a erbe aromatiche. È vista come un simbolo di questo modello alimentare salutare.
C. Aspetti Salutistici e Considerazioni:
- Benefici Potenziali: L’uso di pomodoro cotto, specialmente in combinazione con olio extra vergine d’oliva, aumenta la biodisponibilità del licopene, un potente antiossidante con effetti protettivi. La pizza, specialmente la Marinara, può essere ricca di polifenoli e altri antiossidanti. La corretta fermentazione e maturazione dell’impasto ne migliorano la digeribilità.
- Moderazione è la Chiave: A causa dell’alto apporto calorico e del significativo contenuto di sodio, il consumo di pizza dovrebbe essere moderato e inserito in un contesto alimentare globalmente equilibrato e uno stile di vita attivo. Alcune fonti suggeriscono di non superare una volta alla settimana. L’eccesso può contribuire all’aumento di peso e l’alto contenuto di sale alla ritenzione idrica.
- Sicurezza della Cottura (Acrilammide): Preoccupazioni riguardo alla formazione di composti potenzialmente nocivi come l’acrilammide nelle parti bruciacchiate del cornicione sono state affrontate da studi scientifici. La ricerca indica che, grazie ai tempi di cottura estremamente brevi (90 secondi) nel forno a legna, i livelli di acrilammide nella pizza napoletana sono molto bassi e la quantità di superficie bruciata è minima (inferiore al 3% del peso), rendendola sicura per il consumo.
- La Qualità Conta: La salubrità della pizza dipende fortemente dalla qualità degli ingredienti e dalla preparazione. Una Margherita tradizionale fatta con pomodori San Marzano ricchi di licopene, mozzarella fresca di bufala o fior di latte, olio extra vergine d’oliva di qualità e un impasto ben lievitato e maturato offre un profilo nutrizionale e una digeribilità superiori rispetto a pizze industriali o sovraccariche di condimenti di bassa qualità. La scelta di una pizza autentica e ben fatta, consumata con moderazione, può quindi rappresentare un piacere gastronomico compatibile con uno stile di vita sano.
IX. Conclusione: L’Eredità Vivente della Pizza Napoletana
Il viaggio della pizza napoletana, dalle sue umili origini come cibo di strada nei vicoli partenopei alla sua consacrazione come fenomeno gastronomico globale e patrimonio culturale , è una testimonianza della potenza della semplicità, dell’ingegno e della tradizione. È un piatto che racchiude in sé storia, leggenda, scienza e arte.
L’analisi ha evidenziato la coesistenza dinamica tra un profondo rispetto per la tradizione, codificata nei rigorosi disciplinari STG e AVPN che ne proteggono l’autenticità , e una continua spinta all’innovazione, visibile nelle tecniche e negli stili della pizza contemporanea. Questa dialettica tra conservazione ed evoluzione non è una contraddizione, ma piuttosto la linfa vitale che mantiene la pizza napoletana rilevante e celebrata nel XXI secolo.
Abbiamo esplorato come la sua irresistibile bontà sia radicata in precisi principi scientifici – la chimica della Reazione di Maillard e della caramellizzazione, la fisica del trasferimento di calore nel forno a legna, la biologia della fermentazione e la neuroscienza del gusto umami – ma come questi processi necessitino della maestria artigianale del “pizzaiuolo” per raggiungere l’eccellenza.
L’indagine sui costi ha rivelato la complessità dietro al prezzo di una pizza di qualità, influenzato da fattori che vanno dalla selezione meticolosa di ingredienti DOP e STG ai costi operativi e alla posizione geografica. La panoramica delle migliori pizzerie in Campania ha confermato non solo l’altissimo livello qualitativo diffuso nella regione, ma anche la diversità stilistica che caratterizza il panorama attuale, da Napoli a Caserta, fino al Cilento.
Infine, l’analisi nutrizionale ha posizionato la pizza napoletana come un “piatto unico” potenzialmente equilibrato e allineato con i principi della dieta mediterranea , sottolineando l’importanza della qualità degli ingredienti e della moderazione nel consumo , e rassicurando sulla sicurezza della sua tradizionale cottura rapida ad alta temperatura.
In definitiva, la pizza napoletana è molto più della somma delle sue parti. È un’esperienza sensoriale, un legame con un territorio e la sua storia, un’arte tramandata e continuamente reinventata. La sua perdurante popolarità globale è la prova del fascino universale di un piatto capace di essere, allo stesso tempo, semplice e complesso, tradizionale e moderno, un simbolo senza tempo della cultura e della convivialità italiana.
Bibliografia
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7. La vera Storia della Pizza Margherita – Mister Pizza, https://www.misterpizza.it/la-vera-storia-della-pizza-margherita/
8. Pizza Margherita: la vera storia della regina delle pizze napoletane – Napoli Parlando, https://napoliparlando.altervista.org/pizza-margherita-la-vera-storia/
9. La vera storia della pizza Margherita – Gambero Rosso, https://www.gamberorosso.it/notizie/pizza-margherita-storia-vera/
10. La vera storia della Pizza Margherita: quanti misteri! – YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=ftI4YaL4_VQ
11. Pizza tra mito e leggenda, ecco la storia della vera pizza napoletana – La Torrente, https://www.latorrente.it/pizza-tra-mito-e-leggenda-ecco-la-storia-della-vera-pizza-napoletana/
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13. Pizza napoletana, ecco la storia dei disciplinari dalle origini ai giorni nostri, https://www.lucianopignataro.it/a/disciplinare-pizza-napoletana-2/169735/
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15. DISCIPLINARE DI PRODUZIONE DELLA SPECIALITÀ TRADIZIONALE GARANTITA “PIZZA NAPOLETANA” Art. 1 Nome del prodott – Gazzetta Ufficiale, https://www.gazzettaufficiale.it/do/atto/serie_generale/caricaPdf?cdimg=10A0276000100010110013&dgu=2010-03-09&art.dataPubblicazioneGazzetta=2010-03-09&art.codiceRedazionale=10A02760&art.num=1&art.tiposerie=SG
16. Finalmente protetta l’espressione “Pizza Napoletana” – Insight Studio Legale 법무법인, https://insightlegal.it/pizza-napoletana/
17. Cosa dice il disciplinare della “Pizza napoletana”: dal tipo di farina a quale forno usare, https://www.cookist.it/cosa-dice-il-disciplinare-della-pizza-napoletana-dal-tipo-di-farina-a-quale-forno-usare/
18. Riconoscimento Pizza Napoletana STG – Pizza.it Il Portale Della Pizza Italiana, https://www.pizza.it/content/riconoscimento-pizza-napoletana-stg
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20. La Pizza Napoletana STG: disciplinare europeo – YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=fqj2hKI3j9M
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22. LA PIZZA NAPOLETANA, TEORIA E PRATICA – De Gustibus Itinera, https://degustibusitinera.it/71-lievitati/pizze-e-focacce/168-la-pizza-napoletana-teoria-e-pratica.html
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37. Impasto contemporaneo, cos’è e perché è così buono – M’infarino, https://minfarino.it/impasto-contemporaneo-cose-e-perche-e-cosi-buono/
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48. The Science of Pizza: 9 Chemical Reactions Affecting Your Pizza, https://www.outdoorpizzachef.com/science-of-pizza-9-chemical-reactions/
49. Reactions | Why is Pizza So Good? | Season 1 | Episode 30 – PBS, https://www.pbs.org/video/why-is-pizza-so-good-qpnkpg/
50. Umami Bomb Pizza! – MSGdish, https://msgdish.com/umami-bomb-pizza/
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52. La Pizza nella dieta Mediterranea | PizzeriailBorgo, https://www.pizzeriailborgo.it/cheese-stuffed-tomatoes/
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56. I Menu delle Pizzerie nel 2017 e oggi: quanto sono cambiati i prezzi? – Garage Pizza, https://garage.pizza/rubriche-sulla-pizza/i-menu-delle-pizzerie-nel-2017-e-oggi-quanto-sono-cambiati-i-prezzi/
57. Napoli On The Road: la pizza contemporanea a Londra dai mercati a Chiswick, https://pizzadixit.com/napoli-on-the-road-londra-pizza-a-portafoglio-street-food/
58. Pizza Napoletana a Helsinki: Quanto Costa Mangiare Italiano in Finlandia? Qualità, Prezzi e sorprese – YouTube, https://www.youtube.com/watch?v=YFJGIHFdxOo
59. È davvero così economico mangiare la pizza a Napoli? Se vai in famiglia forse no. Ecco tutti i prezzi – MOW – Mowmag.com, https://mowmag.com/attualita/e-davvero-cosi-economico-mangiare-la-pizza-a-napoli-se-vai-in-famiglia-forse-no-ecco-tutti-i-prezzi
60. Perché il prezzo della pizza è aumentato così tanto – Today, https://www.today.it/attualita/prezzo-pizza-perche-aumentato.html
61. Può la pizza più buona di Napoli costare 6 euro? Da Sorbillo, in via dei Tribunali, si., https://www.varie.eu/siti/sitopaperogiallo/puo_la_pizza_piu_buona_di_napoli_costare_6_euro_da_sorbillo_in_via_dei_tribunali_si.html
62. Come la pizza ha salvato la ristorazione in USA (e perché in Italia no) – Dissapore, https://www.dissapore.com/pizzerie/come-la-pizza-ha-salvato-la-ristorazione-in-usa-e-perche-in-italia-no/ 63. Le 10 pizzerie storiche di Napoli: dove gustare l’autentica pizza napoletana – Drowssap, https://drowssap.it/le-10-pizzerie-storiche-di-napoli-dove-gustare-lautentica-pizza-napoletana/
64. Le 6 migliori pizzerie storiche di Napoli | Scoprire Napoli, https://www.napolidavivere.it/2011/03/31/le-migliori-pizzerie-storiche-di-napoli/
65. Le 10 Pizzerie più buone di Napoli – Travel365, https://www.travel365.it/migliori-pizzerie-napoli.htm
66. Le migliori pizzerie di Napoli premiate dal Gambero Rosso – NapoliToday, https://www.napolitoday.it/social/migliori-pizzerie-napoli-gambero-rosso.html
67. Le 9 migliori pizzerie di Napoli del 2023 – Gambero Rosso, https://www.gamberorosso.it/notizie/ristoranti/le-migliori-pizzerie-di-napoli-2023-gli-indirizzi-da-non-perdere/
68. Ma tu vulive a’ pizza? Guida alle migliori pizzerie di Napoli e provincia, https://www.finedininglovers.it/articolo/migliori-pizzerie-napoli-provincia
69. Le migliori pizzerie di Napoli e della Campania secondo la Guida alle Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso 2022, https://www.napolidavivere.it/2022/01/30/le-migliori-pizzerie-di-napoli-e-della-campania-secondo-la-guida-alle-pizzerie-ditalia-del-gambero-rosso-2022/
70. Gambero Rosso svela le migliori pizzerie d’Italia: nel salernitano trionfa il Cilento, https://www.infocilento.it/gambero-rosso-svela-le-migliori-pizzerie-ditalia-nel-salernitano-trionfa-il-cilento/
71. Pizza napoletana: 5 indirizzi da non perdere nella città partenopea – MICHELIN Guide, https://guide.michelin.com/it/it/notizia/dining-out/pizza-napoletana-5-indirizzi-da-non-perdere-nella-citta-partenopea
72. Le Migliori Pizzerie della Campania per il 2023 – 50 Top Pizza, https://www.50toppizza.it/le-migliori-pizzerie-della-campania-per-il-2023/
73. 50 Top Pizza, ecco le migliori pizzerie d’Italia 2024: primi Francesco Martucci e Diego Vitagliano – Reporter Gourmet, https://reportergourmet.com/it/news/7207-50-top-pizza-ecco-le-migliori-pizzerie-ditalia-2024-primi-francesco-martucci-e-diego-vitagliano
74. 50 Top Pizza, https://www.50toppizza.it/
75. Dove mangiare la pizza al taglio in Campania. I 10 migliori indirizzi scelti dal Gambero Rosso, https://www.gamberorosso.it/ristoranti/dove-mangiare-pizza-romana-teglia-campania-napoli/
76. Pizza Napoletana Margherita STG – Alimenti Nutrizione, https://www.alimentinutrizione.it/tabelle-nutrizionali/PC0001
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78. Pizza Napoletana – My Personal Trainer, https://www.my-personaltrainer.it/alimentazione/pizza-napoletana.html
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81. Quante calorie ha una pizza? La pizza non fa ingrassare! – Alfa Forni, https://www.alfaforni.com/it/recipe/quante-calorie-ha-una-pizza-la-pizza-non-fa-ingrassare/
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86. La Pizza. Buona, ma non più di una volta alla settimana – Fondazione dieta mediterranea, https://www.fondazionedietamediterranea.it/la-pizza-buona-ma-non-piu-di-una-volta-alla-settimana/
87. La pizza napoletana non è cancerogena, lo dice la scienza: «Basse quantità di acrilammide» – Il Mattino, https://www.ilmattino.it/sapori_della_campania/le_news/la_pizza_napoletana_non_e_cancerogena_lo_dice_la_scienza_basse_quantita_di_acrilammide-7305906.html